giovedì 23 ottobre 2014

LA DOTE

Abiti, accessori, fedi, fiori, catering, cerimonia, festa, musiche, lista nozze, partecipazioni, ringraziamenti. Agguerrite di grinta e d’esperienza, scendono in campo le madri, le future suocere: primi screzi, prime incomprensioni, primi ripensamenti. Ecco allora una guida al di sopra delle parti, è la tradizione che parla, il buonsenso di sempre. Il resto deve seguire solo la voce del cuore degli sposi. Dalla dote agli abiti, dai fiori alla divisione delle spese, dalla lista di nozze agli invitati, tutto per la sposa e lo sposo.
La dote
Partiamo con questa guida pratica di nozze con una cosa che accompagna la vita di una ragazza in certi casi fin da bambina: parliamo della dote, una parola che in famiglia viene affrontata a volte fin dai primi anni di una figlia. Va ricordato prima di tutto che la riforma del diritto di famiglia ha abolito il concetto di dote.

Davanti alla legge, come davanti a Dio, gli sposi hanno gli stessi diritti e non è più un obbligo, se mai lo fosse stato, per la donna garantire di portare un proprio patrimonio al marito. Per dote si intende oggi più che altro il corredo della sposa. Un tempo le madri compravano lenzuola e asciugamani per la futura casa della figlia, una volta che questa si fosse sposata. Oggi è tutto più informale e il corredo non è più un pensiero così pressante. 
Abito e accessori
Quando, nel 1854, la Chiesa riconobbe il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, ossia che la Vergine era nata senza peccato originale, quasi per onorare e invocare la protezione della Madonna, le giovani spose iniziarono a indossare abiti bianchi. Le più sono per un abito da sposa tradizionale, ma non sono poche le donne che invece preferiscono un abito più attuale.

Poche comunque rinunciano all’abito bianco classico con il velo. Il velo in chiesa ha un significato di sottomissione nei confronti di Dio, ha in sé quindi un messaggio religioso. L’abito tradizionale è quasi sempre riservato a una ragazza: una donna matura raramente lo indossa anche al suo primo matrimonio, e mai in seconde nozze. In questi casi nemmeno il bianco è indicato e si dovrebbe optare per un colore pastello. Ci sono credenze scaramantiche che ancora oggi vengono seguite: una monetina nella scarpa porterà denaro, la sposa indosserà qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di blu, qualcosa di prestato, qualcosa di regalato e così via e non dovrà vedere lo sposo prima di arrivare in chiesa.
L’abito del giorno del sì deve piacere a chi lo indossa e deve anche essere un abito pratico da tenere dal mattino fino a tardo pomeriggio. L’abito classico lungo è adatto solo per le cerimonie religiose, mentre per le nozze civili tutto è meno importante e basta anche solo un tubino bon ton chiaro. La scollatura deve essere contenuta, lo stesso vale per gli spacchi. Anche i gioielli, sia della sposa sia delle invitate, non devono essere appariscenti e sfarzosi: un matrimonio non è una fiera delle vanità e non deve umiliare chi non è ricco.
La scarpa della sposa è sempre bianca, il tacco molto alto sta bene a chi lo sa portare. Il tacco alto in ogni caso è subordinato all’altezza del fidanzato, se lui non è alto si eviterà. Anche lo strascico va saputo portare, occorrono molte prove. 
Il trucco
«Se si ha necessità di una pulizia del viso, questa va fatta almeno quindici giorni prima delle nozze in modo da non avere segni o arrossamenti», consiglia la truccatrice Katia Stagno. «La sera prima del matrimonio è bene farsi una maschera nutriente e riposante.

Va evitata l’abbronzatura troppo intensa che contrasterebbe con l’abito bianco e indurirebbe i lineamenti. Anche i colori troppo vivaci vanno evitati: il make up va studiato anche in funzione delle fotografie.
I colori madreperla per esempio in fotografia appesantiscono il volto. Anche i rossetti troppo rossi o troppo rosa sono da evitare. Il trucco ideale della sposa deve rimanere il più naturale possibile».

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